“Art changes people and people change the world”

About me


Diplomata alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala di Milano, come Maestro Giocodanza® e al CM Teacher Program della compagnia Barbarossa Danza.

Studia lo stile “Gaga” e repertorio della compagnia Batsheva Dance Company in Italia e a Tel Aviv

Collabora con Radio Onda D’Urto e il teatro Grande di Brescia per le presentazioni degli spettacoli in cartellone

Insegnante di Danza classico – accademica e Danza Contemporanea

Presente nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole primarie con il progetto “Alice in Wonderland” sulla consapevolezza emotiva e corporea


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ALICE IN WONDERLAND

Proposte educative di consapevolezza emotiva e corporea 
per bambini della Scuola Materna e dei primi tre anni della Scuola Primaria di Primo Grado

Lo scorrere del tempo è una cosa che mi ha sempre affascinato: a volte lento e pesante come un grosso masso altre volte veloce quanto un battito di ciglia. Capace di cambiare persone, luoghi, pensieri e corpi. E’ da qui che nasce la prima bozza di questo progetto.

Anno dopo anno notavo che i bambini con cui giocavo (così mi piace definire il mio lavoro) cambiavano. Cambiavano caratterialmente, d’aspetto, d’altezza, di stazza, di idee, d’impegno, di immaginazione, di modo di relazionarsi, di movimento diventando sempre più adulti. Condividere la loro crescita è sempre stato un grande onore, ma il problema per me era che anno dopo anno mi rendevo conto che le capacità di muoversi diminuivano anziché aumentare. Libri di anatomia alla mano mi convincevo che fossero fasi, l’osso cresce più velocemente del muscolo, alcune piccole patologie fisiche iniziano a manifestarsi in quell’età ecc ecc.

Sì, ma tutti?

Articoli pedagogici mi confermavano che la crescita è una fase tanto bella quanto molto dura quindi crea cambiamenti nei pensieri e nel corpo. Problemi a casa o con l’ambiente circostante potevano influenzare parecchio.

Sì, ma tutti?

Pian piano unendo tutti i pezzi mi sono resa conto che da corpi che potevano saltare e muoversi tutto il giorno diventavano corpi obbligati a varie ore seduti, in maniera crescente negli anni. 

Partendo da queste osservazioni, da vari studi e scegliendo la protagonista del famoso romanzo di L. Carroll “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie” è iniziato il progetto “Alice in Wonderland”!

Ho scelto Alice perché lei è ancora in grado di immaginare e di creare storie. Alice è la capacità di guardarsi dentro, di vedere ancora il mondo con occhi ingenui e innocenti; è la possibilità di evadere dalla realtà troppo stretta e troppo definita per fuggire in un mondo caotico, senza regole, dove l’assurdo diventa razionale e dove le regole lasciano spazio alla libertà di essere, di agire e di sognare. 

Questa Alice, come fosse una voce fuori campo, guida e ispira il progetto “Alice in Wonderland”.

Il movimento nasce, si sviluppa e ha il suo compimento attraverso le emozioni, per questo in questo lavoro si approfondisce la comprensione delle emozioni dal punto di vista fisico/motorio.
Il significato psicologico del movimento è profondo e lo si osserva già nell’uomo primitivo e nel suo bisogno di esprimere le proprie emozioni, pensieri, sentimenti, il proprio vissuto attraverso i movimenti ritmici della danza. In quei momenti egli trascendeva dal suo sé corporeo per fondersi con il suo sé spirituale e con quello del gruppo.
Il termine emozione deriva dal latino “ex-moveo” che significa “muovere – fuori, uscire, sgorgare”. E’ bello scoprire come la danza possa essere lo strumento con il quale noi facciamo sgorgare un’emozione che da “dentro” va “fuori” e che quel “dentro” è lo spazio dove abitiamo, ovvero la nostra essenza.
Si può dire che il movimento è un raffinato strumento per permettere al corpo di far fluire, scaricare energia, prendere coscienza di sé ed esprimere stati d’animo.
Danzando, ovvero lasciando che il corpo esprima il movimento che va verso gli altri, possiamo sperimentare come l’emozione nasca anche nella relazione, nel rapporto con l’esterno. Attraverso questo progetto, infatti, vengono favorite l’interazione e la socializzazione migliorando l’integrazione sociale e scolastica.

Il tramite che fa da supporto al laboratorio è il gioco!
Attraverso il gioco e la fantasia il bambino viene condotto alla scoperta (o riscoperta) delle sue potenzialità artistiche e creative, considerando il gioco nel suo più alto aspetto educativo: non bisogna dimenticare, infatti, che l’attività ludico-motoria è necessaria e indispensabile per la sua crescita e il suo sviluppo psico-fisico.

È fondamentale considerare che (pur essendo gioco e divertimento i componenti fondamentali delle lezioni) il gioco proposto non è ricreativo, ma educativo. Questo perché vi sono delle regole precise che vanno rispettate e perché all’interno di ogni gioco vi sono dei contenuti che altro non sono che le componenti basi della consapevolezza emotiva e dell’attività motoria.
I bambini di oggi hanno un rapporto con il gioco più interattivo che attivo: i giochi tecnologici sono realtà “confezionate”, che li immergono in un mondo virtuale nel quale poco spazio è riservato all’immaginazione e alla creatività. La riscoperta del valore del gioco come invenzione e come azione creativa può dunque aiutarli a costruire attivamente la propria personalità, ed è preziosa per un sano percorso di crescita. Essa infatti sviluppa nei bambini capacità analitiche, critiche e intellettuali sia verso se stessi che verso gli altri e permette loro di sperimentare, esprimersi e comunicare.
Non si tratta di demonizzare la tecnologia: si vuole semplicemente offrire la possibilità di recuperare la capacità di immaginare, il desiderio di osservare la bellezza del mondo reale e non virtuale, restituendo all’essere umano la consapevolezza di comunicare.

Il tatto è un’esperienza sensoriale fondamentale per adattarci all’ambiente che ci circonda. Da bambini, come prima cosa, sviluppiamo un approccio molto fisico al mondo circostante. Man mano che cresciamo, perdiamo gran parte della nostra dipendenza dal contatto fisico per osservare e imparare, mentre gli altri sensi, come la vista e l’udito, si sviluppano per diventare i canali dominanti del nostro intelletto e della nostra immaginazione.

Parte del laboratorio si svolge con i genitori basandosi sull’idea di usare il contatto fisico per sviluppare una più profonda forma di comunicazione tra genitori e figli, che entrambi troveranno piacevole. Lavorando con i movimenti del corpo, il bambino può migliorare le proprie capacità motorie e la propria autostima, mentre i genitori possono sviluppare un legame di fiducia con i loro piccoli.

“Nulla rivela più cose del movimento” (M. Graham)

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Per visionare l’intero progetto scrivere direttamente a : valentinapennacchio25@gmail.com